La diagnosi psicodinamica – Dott. Molho Psicologo Psicoterapeuta a Corbetta Magenta 2018-09-25T14:52:47+00:00

I primi colloqui effettuati con il paziente hanno una finalità diagnositica.

Il termine diagnosi evoca una brutta parola per il cattivo uso che viene talvolta fatto delle formulazioni diagnostiche. Fare una diagnosi in campo clinico può far pensare all’idea di una “etichetta diagnostica”, più o meno incomprensibile per il paziente, che non fa altro che aumentare la sua ansia e che fa sentire un senso di distanza dal terapeuta

Il processo diagnostico, nella prospettiva psicodinamica ha invece lo scopo di comprendere quali sono stati fattori che in quel momento della vita dell’indivduo sono intervenuti e hanno creato la problematica esistente. Molto spesso il soggetto non sa che cosa nella sua vita ha determinato quel problema psichico per il quale ha richiesto una consultazione psicologica. L’indagine psicodinamica ha proprio lo scopo di comprendere in che modo la “dinamica” degli eventi ha determinato quella situazione, per quale ragione insomma si è rotto un equilibrio presistente. Quando si parla di eventi non si fa riferimento solo agli eventi di vita, come un lutto, un cambiamento di lavoro, una separazione, ma anche a quei eventi “interni” che possono sfuggire alla consapevolezza.

Giovanna è una giovane paziente che ha sviluppato dei forti stati di ansia quando si trova a viaggiare con la sua automobile. Sembra che questa ansia si sia sviluppata in seguito ad un banale tamponamento. Dai primi colloqui è emerso che ha vissuto in una famiglia che è stata frustrante dal punto di vista affettivo, o che insomma lei ha vissuto come tale. Negli anni il soggetto ha sviluppato un atteggiamento di freddezza, di distacco sul piano affettivo e questo non ha fatto altro che fare aumentare la distanza con le persone significative per lei, come i suoi familiari appunto. La comprensione psicodinamica e la costruzione di una buona alleanza terapeutica, hanno permesso di dimostrare che l’automobile era in fondo una “capsula”, una barriera protettiva che faceva da scudo all’espressione delle emozioni e che faceva santire la persona invulnerabile agli “incidenti” affettivi. Il tamponamento è stato solo un evento che ha scatenato la paura che questa “protezione” era solo fittizzia, da tempo Giovanna sentiva una grande insoddisfazione a causa di una vita insiddisfacente sul piano affettivo. Il sintomo ha quindi permesso di fare emergere questo congelamento delle emozioni, e di ricreare un equilibrio affettivo su nuove basi.