CHE COSA SI INTENDE PER COLLOQUI DI SOSTEGNO PSICOLOGICO?

Questa ricerca nasce dall’esigenza di fare chiarezza sulla terminologia, che circonda l’ambito degli interventi psicologici (psicoterapia, psicodiagnosi, sostegno psicologico, counseling).

In particolare il termine “sostegno psicologico” appare piuttosto ambiguo perché rischia di trasmettere l’idea di un intervento non rivolto ad un reale cambiamento, quale invece dovrebbe essere una psicoterapia, ma come un qualcosa finalizzato invece a “sostenere” una persona nella sua vita quotidiana. Si può ben capire come in questo senso la terminologia appare svalutante sia per l’intervento psicologico, sia per il soggetto che ne usufruisce, che appare come colui che invece di potere acquisire una adeguata fiducia e autonomia di se, attraverso l’aiuto psicologico,  avrebbe bisogno di una sorta di stampella per affrontare la sua vita. Talvolta si ha anche l’impressione che alcuni operatori della salute utilizzino questo termine senza conoscere davvero di che cosa si tratti. Per questa ragione si è ritenuto utile fare chiarezza su questo termine molto usato e a volte “abusato”.

In effetti il “sostegno psicologico” rientra nella definizione degli interventi legittimati dalla disciplina che regola la professione dello psicologo (legge del 18 febbraio 1989 – detta anche “Legge Ossicini” recante norme per la regolamentazione all’accesso della professione di psicologo e l’attività dello psicologo):

La professione di psicologo comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito.”

A questo punto ci  si domanda se il sostegno psicologico possa essere identificato come una forma di psicoterapia tenendo conto che, secondo la letteratura, il termine psicoterapia indica un intervento caratterizzato dai seguenti aspetti:

  • Interazione significativa tra due persone
  • Interazione soprattutto verbale
  • Una persona cerca aiuto e l’altra è l’esperto che lo fornisce
  • Scopo dell’interazione è recuperare quegli schemi ideativi, affettivi, comportamentali riferibili a chi soffre ed è in cerca di aiuto e che sono all’origine dei sintomi presentati e del disagio esistenziale manifestato
  • Colui che richiede aiuto si aspetta sostegno e cambiamento dal terapeuta prescelto.

Per rispondere a questa domanda si prende in considerazione ciò che riportato nella letteratura scientifica.
Secondo Mc Willimas (2012) per “sostegno psicologico” si intende una specifica forma di psicoterapia
Cosi la definisce l’autrice nel suo manuale:“la Diagnosi Psicoanalitica” dove questa forma di psicoterapia sarebbe quella più indicata con i pazienti psicotici.

“Ogni terapia offre sostegno, ma nella tradizione analitica l’espressione ha un significato ristretto e riflette l’esperienza di decenni di lavoro psicodinamico con persone più profondamente disturbate.”

L’autrice a proposito della tecnica del sostegno, afferma che:

Adottare approcci che lascino spazio alla ambiguità come si fa con i nevrotici è come gettare benzina sul fuoco del terrore di livello psicotico. Di conseguenza con questi pazienti il trattamento elettivo è di solito: “la psicoterapia di sostegno.”
Il fatto che le persone di livello psicotico siano spesso condiscendenti non significa che si fidino. In realtà la loro compiacenza ha un significato del tutto opposto: esprime la paura di essere uccisi dall’se ci si mostra come esseri separati e dotati di una volontà propria. Il terapeuta non deve mai perdere di vista lo scopo primario di confermare la propria diversità dalle immagini primitive di un’autorità ostile e onnipotente che tormentano le persone di livello psicotico”

Di seguito l’autrice riporta i riferimenti dei vari autori che si sono occupati di questa tecnica: Klein, (1940, 1945); Rosenfeld, Fromm- Reichmann, (1950); Segal, (1950); Feeder (1952); Sullivan, (1962); Searle’s, (1965); Jacobson, (1967); ed altri in considerazione del fatto che questo approccio è indicato con soggetti molto disturbati, che presentano una disorganizzazione psicotica o sono a rischio di diventarlo, nei paragrafi successivi l’autrice spiega che la tecnica del sostegno si configura per avere alcuni aspetti importanti come quello della dimostrazione della affidabilità del terapeuta.

Successivamente l’autrice da altre indicazioni che definiscono meglio questa forma di psicoterapia come quella relativa al ruolo educativo del terapeuta dal momento che le persone che appartengono alla gamma psicotica hanno una grande confusione cognitiva rispetto alle emozioni e alle fantasie.

In una ricerca effettuata sugli indirizzi psicoterapeutici in Italia (S. Marhaba, M. Armezzani “Quale psicoterapia?” Liviana edit. Padova, 1988), gli autori intervistano gli esponenti degli orientamenti dei principali orientamenti presenti in Italia. Ne emerge un confronto fra 25 differenti scuole di psicoterapia attraverso le risposte che questi danno ad un questionario elaborato dagli autori. Una di queste domande riporta testualmente: “Cosa significa secondo Lei “terapia di sostegno”?

Tutti i rappresentanti di queste diverse scuole rispondono in modo articolato, definendo alcuni aspetti specifici di questa forma di terapia. Quello che emerge è che la psicoterapia di sostegno deriverebbe dalle “psicoterapie supportive ed esperienziali” che comprendono tutte quelle forme di psicoterapia che a partire dalla “terapia centrata sul cliente” sostenuta negli anni 50 da Carl Rogers hanno rivolto l’attenzione alle componenti esistenziali della sofferenza psicologica e, di conseguenza, introducono tecniche di sostegno allo sviluppo della vera personalità del paziente.

Nel suo lavoro sulla ricerca empirica in psicoterapia, Ortu (2007), riprendendo i più importanti studi americani sull’outcome si sofferma sull’importanza degli elementi supportivi presenti nella varie tecniche di psicoterapia, ecco cosa dice in proposito:

“La psicoanalisi e le diverse psicoterapie psicoanalitiche ottengono risultati simili;

  • I trattamenti in genere contengono più elementi supportavi di quanto previsto ( e cioè anche la psicoanalisi contiene numerosi elementi di tipo supportivo);
  • Gli aspetti supportivi meritano dunque di essere descritti con una cura ed attenzione maggiore di quelle solitamente riservate loro dalla letteratura psicoanalitica;
  • Tanto le tecniche orientate all’insight che caratterizzano la psicoanalisi, quanto quell edi tipo supportivo, producono gli stessi cambiamenti strutturali nel funzionamento della personalità.”

Se assimiliamo la tecnica supportava al sostegno psicologico, possiamo quindi vedere come questa sia un ingrediente fondamentale di ogni intervento di psicoterapia.

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Un altro autore, Cawley (1987) si è soffermato sui vari “livelli” di psicoterapia, che vanno dal più superficiale al più profondo. L’autore ne indica formalmente tre gradi rispettivamente distinti in :superficiale (appoggio e consiglio), intermedio, profondo (esplorazione e analisi).Il sostegno psicologico rientrerebbe quindi nella psicoterapia di “primo livello.”

  • SUPERFICIALE ( Appoggio e Consiglio) 1) scaricare i propri problemi confidandoli ad un ascoltatore comprensivo 2) discutere le proprie emozioni nell’ambito di un rapporto che fornisce appoggio 3) discutere problemi attuali con una persona che aiuta senza esprimere giudizi
  • INTERMEDIO. 4)chiarire i problemi, la loro natura e la loro origine, nell’ambito di un rapporto più profondo 5) affrontare le difese
  • PROFONDO (Esplorazione e Analisi) 6)interpretare motivazioni e fenomeni di transfert inconsci 7) ripetere,ricordare e ricostruire il passato 8) regredire ad un funzionamento meno adulto 9) risolvere i conflitti rivivendoli e rielaborandoli

Gabbard G.O. (1994) divide gli interventi di psicoterapia in sette categorie partendo dal polo “espressivo esplorativo” (psicoterapia psicoanalitica) verso quello “supportivo” (di sostegno psicoterapia di sostegno), secondo un continuum che va dall’intervento più interpretativo a quello più supportivo

ESPRESSIVO——————————————————————————-SUPPORTIVO

  1. Interpretazione
  2. Confronto
  3. Chiarificazione
  4. Incoraggiamento
  5. Convalida
  6. Consigli/elogio
  7. Conferma

INTERPRETAZIONE: nelle forme di trattamento più espressive è lo strumento di maggiore importanza, significa rendere conscio qualcosa che prima di essa era inconscio
CONFRONTO: si rivolge a qualcosa che il paziente non riesce ad accettare o che identifica l’evitamento oppure la minimizzazione della valenza comunicativa
CHIARIFICAZIONE: comporta una riformulazione delle parole del paziente per trasmettere un aspetto coerente circa quanto viene comunicato al terapeuta
INCORAGGIAMENTO ALL’ELABORAZIONE: Quasi al centro del “continuum” si tratta di una modalità né espressiva, né supportiva; usualmente consiste nella richiesta di informazioni circa un argomento sollevato dal paziente
CONVALIDA EMPATICA: tende a mostrare e a dimostrare la sintonia empatica del terapeuta con lo stato emotivo interno del paziente
CONSIGLI ED ELOGI: sia il consiglio che l’elogio prescrivono e rinforzano alcune attività e comportamenti del paziente al fine di fargli sperimentare le capacità di comprensione del terapeuta
CONFERMA: nelle forme più supportive si tratta di interventi semplici, brevi commenti, talora solo interiezioni del tipo …”già”,…”si”,…”capisco”…, suscettibili di ottenere grande impatto emotivo se forniti al momento ottimale.

CONCLUSIONI

Secondo questa breve disamina, il sostegno psicologico rientra in una forma di approccio “trasversale” presente in molte forme di psicoterapia, e risulta in grado di produrre cambiamenti non meno importanti di altre tecniche maggiormente centrate sull’insight.

Possiamo anche affermare come il sostegno rientri a pieno titolo fra le varie forme di psicoterapia secondo la letteratura scientifica, in quanto prevede una applicazione pianificata di tecniche che derivano da principi psicologici, da parte di persone qualificate attraverso specifici training, allo scopo di aiutare gli individui a modificare caratteristiche personali quali sensazioni, valori, atteggiamenti e comportamenti ritenuti disadattavi.

DOTT. DANIELE MOLHO – PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA, CORBETTA – MAGENTA

BIBLIOGRAFIA

Cawley, R. H. (1987) MCQ papers Psychiatric Bulletin October 1987 11:348-349; doi:10.1192/pb.11.10.348-a
MC Williams N. (2012) “La diagnosi psicoanalitica.” Astrolabio
Gabbard G. O. (1990) Psychodynamic Psychiatry in Clinical Practice Paperback, Reprint
Ortu F. (2007) “La psicoanalisi e la ricerca empirica”. Rivista di psicologia Clinica N.1 – 2007 33- 43
Marabha S. Armezzani M. (1988) Quale psicoterapia?” Liviana Editrice. Padova

By | 2020-01-23T21:20:49+00:00 Aprile 19th, 2016|Home Page, Psicologia, Psicoterapia|0 Comments