IL RUOLO DELLO PSICOLOGO NELLE SINDROMI DOLOROSE VESCICALI la valutazione maschile

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IL RUOLO DELLO PSICOLOGO NELLE SINDROMI DOLOROSE VESCICALI la valutazione maschile

Daniele Molho
reparto di Urologia – Ospedale di Magenta

IL DOLORE
L’international Association for Study of Pain (IASP) descrive il dolore come: “un esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole, associata ad un danno reale o potenziale del tessuto, o descritta con riferimento a tale danno”

Il dolore è la rielaborazione corticale (e quindi mentale) della nocicezione
Si tratta di un fenomeno neuronale che
acquista un “significato psichico”

IL DOLORE/2

…non è tanto l’organo che soffre, quanto la vita che si contrae e che, persa ogni intenzionalità, si organizza al ritmo del dolore (Galimberti, 2002)….

• nell’esperienza della sofferenza diventa fondamentale, il significato, l’interpretazione che l’individuo da al suo malessere, al suo dolore, al punto da presupporre un rapporto di circolarità tra danno e senso. (S. Natoli, 2004).

IL DOLORE/3

è probabile che fattori ambientali e affettivi interagiscano col danno tissutale, contribuendo alla persistenza del dolore e ai comportamenti di malattia (Turk e Okifuji, 2001).

La percezione del dolore è influenzata da fatt. psicologici

FATTORI ENDOGENI
fattori psicopatol.
Credenze aspettative rispetto alle cause
Fattori di stress

FATTORI ESOGENI (prev. Ambientali)

Decadimento dei rapporti interpersonali (per la malattia/stato psichico
Stili di vita/ stress
Povertà emotiva ecc..

pazienti disfunzionali, che riferiscono dolore intenso, nonché considerevoli interferenze nella vita quotidiana, elevati stress psicologici e bassi livelli di attività dovuti al dolore;
pazienti con stress interpersonale, i quali hanno la percezione di non ricevere adeguato sostegno da parte delle figure significative;
pazienti adattivi, che riferiscono adeguato supporto sociale, scarsa interferenza dovuta al dolore e livelli relativamente alti di attività Turk e Rudy, 2001

PAZIENTE CON UN DOLORE SOMATICO

DESCRIVE IL D. CON MAGG. LOCALIZZAZIONE
IDENTIFICA FATTORI CHE AUMENTANO O DIMINUISCONO IL DOLORE
TRATTA IL D. COME SINTOMO E NON COME UNA MALATTIA

PAZIENTE CON UN DOLORE PSICOGENO

HA AVUTO DEPRIV. EMOZIONALI
HA DIFF. INTERPERS.
ALTRE MALATTIE PSICOSOMATICHE
IL DOLORE E’ MAL LOCALIZZATO ECC..

Il dolore nel paziente ansioso

Focalizzazione dell’attenzione sulle
percezioni sgradevoli e/o dolorose (per es.,
ipersensibilità al battito cardiaco)
La soglia della percezione del dolore è
diminuita
Ipermotilità viscerale emotivamente
condizionata
(F.Mombelli, 2000)

Il dolore nel paziente depresso

Irritabilità psichica che esalta la percezione psichica di ogni sensazione dolorosa;
Il dolore perde la sua collocazione corporea e
diventa psichico ed esistenziale (espressione dei sintomi depressivi di anedonia e disinvestimento nel futuro)
(F:Mombelli, 2000)

Il dolore nel paziente istrionico

Il dolore viene descritto in modalità
“teatrale”
E’ usato come messaggio per esprimere
conflittualità
Le sedi del dolore sono atipiche e vaganti e
seguono diagnosi naif fatte dal paziente
stesso
(F. Mombelli, 2000)

Studi che hanno dimostrato l’associazione fra la S.D. V. e fattori psicologici
Abuso sessuale (Berberich e Neubeuer, 2004; Bodden-Heidrich et al., 1999; Lampe et al, 2000; Peters et al, 2008; Rosenthal 1993; Seth e Teichman, 2008; Walker et al, 1988);

Depressione (Asmudson, 2003; Bodden-Heidrich et al., 1999; Gelbaya, Bch e El-Halwagy, 2001; Mombelli, 2003; Rosenthal 1993);
Deprivazione emozionale (Lampe et al, 2000);
Abuso di sostanze (Walker et al, 1988);
Associazione con vari disturbi e/o fattori psicologici 2 Disfunzioni sessuali (Walker et al, 1988);
Dissociazione psicologica e somatica (Nijenhuis et al, 2003; Rosenthal 1993; Walker et al, 1988);
Stress Ullrich et al, 2005);
Trauma e disturbo post-traumatico da stress (Meltzer-Brody, 2007);

L’intervento nella B.P.S

Necessità di operare in un contesto multidisciplinare

Necessità di esaminare non solo il paziente, ma anche il significato dei suoi sintomi nel suo ambiente

Grande tolleranza verso gli atteggiamenti negativi dei pazienti non “psicologicamente disponibili”

Grande flessibilità nei metodi terapeutici
Necessità di metodi terapeutici chiaramente definiti, orientati verso un traguardo (Mombelli,2000)

Inquadramento psicologico

Vi sono eventi stressanti o mutamenti nella nella vita del paziente che possono avere un collegamento temporale o simbolico nella vita del paziente?

Il paziente soffre o ha sofferto di disturbi somatopsichici/ funzionali?Come si pone il paziente rispetto al suo problema? In che misura attraverso ik sintomo esprime il suo sentimento di ansia, angoscia, depressione ecc..?
Vi sono delle aree di sofferenza dal punto di vista psicologico e in che misura interfersicono con la vita del soggetto?
Se il livello di sofferenza psichica è elevato, è possibile distinguere meglio ciò che è indotto dal dolore e ciò che è indotto d altre problematiche, (cioè distinguere il dolore dall’angoscia).

GLI STRUMENTI DELL’INTERVENTO PSICOLOGICO

COLLOQUIO CLINICO
TEST MMPI-2 (MINNESOTA MULTIPHASIC PERSONALITY INVENTORY -2)
TEST IBQ (ILLNESS BEHAVIOUR QUESTIONNARIE)
TEST QUID (QUESTIONARIO ITALIANO DEL DOLORE)
WHOQOL O SF-36 (PER MISURARE LA QUALITA’ DI VITA)

Dati empirici dalla nostra unità (Magenta)

20 pazienti osservate nel reparto di
Urologia dell’Ospedale di Magenta
Età media 42,5 anni (Dev. St. = 13,9)
Valutazione psicologica effettuata con colloquio clinico e somministrazione
dell’MMPI-2

Problemi psicologici rilevati nell ‘ inquadramento psicologico.

Assenti = 3 pazienti (15,8% del campione)
Presenza di problemi, ma presumibilmente non
connessi con i sintomi = 4 pazienti (21,0% del
campione)
Presenza di problemi psicologi
presumibilmente connessi con i sintomi
(conseguenze del disagio oppure vantaggio
secondario) = 12 pazienti (63,2% del campione)

Risultati della valutazione con MMPI-2

Confermati i 12 soggetti con problemi psicologici al colloquio;
Più precisamente (tenendo conto della possibile positività a più scale):

10 soggetti (52,6%) con punteggi significativi alla scala Ipocondria;

9 soggetti (47,4%) con punteggi significativi alla scala Depressione;

6 soggetti (31,6%) con punteggi significativi alla scala Isteria;

7 soggetti (36,8%) senza punteggi significativi (tuttavia 2 soggetti
(10,5%) dei 7 erano positivi alla scala “Lie” (=bugia))
Grazie per l’attenzione

By | 2018-11-25T15:46:37+00:00 Febbraio 19th, 2016|Dolore Psicogeno, Psicosomatica, Sessuologia|0 Comments